La Fondazione di beneficenza del Gruppo Pictet

Come fornire un quadro ufficiale a due secoli di tradizione filantropica. Ne parliamo con Stephany Malquarti, Segretario Generale della Fondazione di beneficenza del Gruppo Pictet.

La Fondazione di beneficenza del Gruppo Pictet

La Fondazione di beneficenza del Gruppo Pictet nasce nel 2009 allo scopo di fornire un quadro ufficiale a una tradizione della donazione e del mecenatismo da sempre perpetrata da parte dei soci Pictet. Come è iniziata la tradizione filantropica del Gruppo Pictet, con che tipo di azioni e quale è stata la sua evoluzione fino alla decisione di costituire una Fondazione?

La filantropia ha una origine storica, ha fatto parte da sempre dell’animo dei banchieri in Svizzera fin dal diciannovesimo secolo. In particolare la città di Ginevra ha sempre dimostrato una forte attitudine verso il benessere morale, con una attività filantropica impressionante per una città di quelle dimensioni.

Il Gruppo Pictet ha avuto il privilegio di raccogliere questa eredità. La banca ha continuamente effettuato donazioni per il bene pubblico e i suoi soci si sono sempre impegnati direttamente.

Sentiamo una particolare responsabilità civica in quanto attori impegnati nella società e nel 2009 abbiamo deciso di creare la Fondazione di beneficenza del Gruppo Pictet in modo da poter strutturare il nostro impegno filantropico in maniera globale e precisa. La costituzione della Fondazione è stata effettuata direttamente dalla banca.

Il consiglio della Fondazione è composto principalmente dai soci della banca che hanno definito lo statuto e stabilito gli scopi della Fondazione. Esiste poi un Comitato operativo, composto da 8 collaboratori interni, che ha come missione quella di gestire i progetti e di valutare le iniziative sostenute.

 

Attraverso quale processo sono stati definiti gli ambiti d’intervento della Fondazione, ovvero cultura, salute, ambiente, aiuto umanitario d’urgenza, bisogni sociali in Svizzera e all’estero?

Al momento della scelta abbiamo ripreso i tre ambiti d’azione cari ai soci: supporto ai bisogni sociali, alla cultura e alla salute e abbiamo definito internamente il processo strategico. A oggi abbiamo in particolare due programmi, uno locale e uno internazionale.

In Svizzera, la Fondazione ha scelto di focalizzarsi su alcune iniziative specifiche:

  • Nell’area della salute e della medicina, il lavoro della Fondazione pone particolare enfasi sulla ricerca medica sul cancro, il diabete, la sclerosi multipla e l’HIV
  • Nel campo della cultura, la Fondazione fornisce supporto a diversi eventi e organismi culturali a Ginevra e nella Svizzera romanda (musica, teatro e opera lirica). Questo filone tra l’altro è presente fin dall’origine della banca, che ha sempre sostenuto festival e teatri.
  • La Fondazione è inoltre impegnata a favore dell’assistenza alle persone bisognose, dell’inserimento lavorativo dei disabili e nel supporto alle famiglie e ai giovani, con un particolare interesse verso le tematiche legate al rispetto dei diritti umani.

Fuori dalla Svizzera, la Fondazione supporta numerosi progetti volti ad aiutare le comunità svantaggiate nei paesi in via di sviluppo, in particolare nel campo dell’aiuto umanitario, del lavoro per i giovani e dell’istruzione. Più in generale, la Fondazione si prefigge di migliorare le condizioni di vita delle persone bisognose e di promuovere il rispetto dei diritti umani.

 

Quali criteri utilizzate per scegliere i vostri partner sul campo e come verificate l’impatto sociale delle azioni che sostenete?

Abbiamo un processo di selezione che ci tiene impegnati per un tempo piuttosto lungo al fine di poter individuare i progetti da sostenere. Il nostro Comitato operativo è composto da persone che hanno competenze nei diversi ambiti di azione e che si occupano della selezione sulla base dei settori di predilezione. Scegliamo abitualmente progetti concreti e cerchiamo di avere dei contatti regolari con le Organizzazioni selezionate, anche attraverso delle visite sul campo. Non abbiamo un processo di monitoraggio e valutazione standard: preferiamo agire in modo tailor-made a seconda del progetto, dato che sosteniamo attività molto diverse tra loro.

L’unico punto in comune a tutti è la selezione del partner: lavoriamo solo con le Associazioni con le quali abbiamo un buon livello di fiducia. La dimensione umana e relazionale è fondamentale, è alla base dei nostri partenariati.

Infine, destiniamo i ¾ delle nostre risorse a progetti basati in Svizzera e la restante parte a progetti esteri che realizziamo in partnership con ONG sia svizzere che straniere.

 

Tra i grandi temi sociali a oggi in Europa, c’è anche l’aiuto ai rifugiati. In che modo la Fondazione di beneficenza del Gruppo Pictet ha deciso di attivarsi?

La nostra Fondazione dispone di un budget per le emergenze, con possibilità di sbloccare i fondi in modo molto rapido. Abbiamo potuto dunque intervenire nella crisi dei rifugiati attraverso due grandi programmi, in particolare attraverso un programma locale per i minori stranieri non accompagnati. A Ginevra mancavano strutture di accoglienza e con altre 9 Fondazioni donatrici ginevrine abbiamo dato vita ad una azione congiunta grazie alla quale è stato possibile creare una struttura di accoglienza, che dopo alcune settimane è diventata un vero e proprio centro per i giovani rifugiati. Questa esperienza ci ha mostrato ancora una volta la forza di lavorare in modo congiunto.

L’altro programma per i rifugiati si indirizza ai bambini e alle famiglie bloccati in Grecia: qui lavoriamo con Terre des Hommes per portare un aiuto d’urgenza con un focus particolare sui bambini e le madri distribuendo kit igienici.

 

Per ulteriori informazioni:  Sito Fondazione di beneficenza del Gruppo Pictet

 

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