Prince Bernhard Cultuurfonds: 78 anni a servizio della comunità

Abbiamo incontrato ad Amsterdam Johan H. van Beem, deputy director, e Thijs Tromp, board secretary, della Het Prins Bernhard Cultuurfonds - storica fondazione costituita nel 1940 dai cittadini olandesi per contrastare l'avanzata in Europa dei nazisti. Nell'intervista approfondiamo il modello erogativo e l'evoluzione della Prince Bernhard Foundation nei suoi primi 78 anni di attività.

Prince Bernhard Cultuurfonds: 78 anni a servizio della comunità

Potete descriverci origini ed evoluzioni della Prins Bernhard Cultuurfonds?

La Prince Bernhard Foundation è stata fondata a Londra nel 1940 durante l’occupazione nazista dell’Europa. I cittadini olandesi che avevano trovato rifugio all’estero volevano fare qualcosa per liberare i Paesi Bassi; decisero quindi di lanciare una campagna di raccolta fondi per rifornire gli eserciti olandesi e britannici con aeri da caccia Spitfire, navi da Guerra e altri armamenti. Con il supporto del Principe Bernhard, nonno del nostro attuale re Willem-Alexander, vennero raccolti ben 20 milioni di fiorini olandesi.

Nel 1946, al termine della Guerra, Prince Bernhard e il Board mutarono radicalmente la mission della Fondazione che, operando come ente erogativo, cominciò a supportare iniziative culturali per il grande pubblico. Dopo circa 80 anni è ancora parte del nostro lavoro, anche se abbiamo ampliato i nostri orizzonti – il nostro mandato non si limita solo all’ambito culturale: la Fondazione eroga annualmente circa 35 milioni di euro a progetti di stampo culturale, ambientale e scientifico quali:

  • Programmi educative di organizzazioni che vanno da BirdLife International al National Opera & Ballet
  • Mostre su arte olandese ed internazionale quali il Museum Boijmans Van Beuningen Rotterdam e il Stedelijk Museum Amsterdam
  • Under the Tower, serie di produzioni che coinvolge sia artisti professionisti che amatoriali presentati a Fryslân nel 2018 come European Capital of Culture Program
  • E numerose attività in tutto il Paese di gruppi corali, musicali e teatrali.

Con oltre 3.500 grants l’anno, è impossibile rappresentare la varietà di ciò che la Prince Bernhard Cultural Foundation fa in poche parole. Il nostro sito web è sempre aggioranto per informare gli stakeholder sui progetti supportati attualmente (www.cultuurfonds.nl), dato che operiamo principalmente nei Paesi Bassi ma anche a livello internazionale.

  • Investiamo 1,5 milioni di euro l’anno per permettere a 150 talenti, laureati in scuole artistiche, conservatori e università di continuare i loro studi all’estero
  • Partecipiamo a progetti di conservazione del patrimonio artistico in ex territori coloniali come il Suriname
  • La European Cultural Foundation è di gran lunga il nostro principale beneficiario, è può contare su oltre il 25% del reddito della nostra lotteria creata a metà degli anni ’50.

 

Quali sono i principali traguardi raggiunti dalla Fondazione nei suoi primi 78 anni di attività?

Come descritto la Fondazione è stata fondata da cittadini durante la Seconda Guerra Mondiale come atto di responsabilità civica: sono quindi i cittadini i nostri principali stakeholder. Implementiamo e/o sosteniamo attività che possano dare benefici a tutti, a tutte le persone ordinarie che si sforzano per realizzare i propri ideali e far funzionare il mondo.

Assicurarsi risorse a questo fine è una sfida costante per organizzazioni come le nostre e nel corso del tempo la Prince Bernhard Cultural Foundation è gradualmente diventata un fondo ibrido. Oltre ai nostri Headquarters di Amsterdam, abbiamo uffici in tutte le 12 province olandesi: grazie a loro abbiamo sviluppato un network capillare sin dagli anni ’40 al quale dobbiamo gran parte del nostro successo. In virtù della qualità ed efficienza procedurali della Fondazione, a partire dagli anni ’60 i donatori hanno cominciato ad affidarci patrimoni filantropici – al momento ne amministriamo circa 400.

Promuovendo una cultura del dono, la Fondazione gradualmente ha sviuppato una forte expertise nel supportare filantropi, come ad esempio:

  • una collezionista ci ha affidato il mandato di sostenere giovani accademici e ricercatori in campo umanistico
  • uno scrittore investigativo ci ha affidato i suoi beni immobiliari per finanziare progetti di conservazione del patrimonio ferroviario
  • due ex medici ci hanno scelti per sostenere progetti culturali nelle regioni in cui hanno lavorato.

 

Negli ultimi anni sempre più benefattori hanno contattato la Fondazione con richieste e mandati sempre più specifici: al momento non c’è un’altra istituzione che possa assisterli, per questo stiamo pianificando l’apertura di un Centre for Philanthropists nei Paesi Bassi.

Inoltre, dagli anni ’50, per accrescere le risorse destinate all’attività erogativa, abbiamo coltivato un’ulteriore fonte di reddito: attraverso attività di advocacy in tandem con altre fondazioni siamo riusciti ad ottenere una legislazione che sostenga le organizzazioni non profit con i proventi delle lotterie. La Prince Bernhard Cultural Foundation ha co-fondato De Lotto nel 1950 e la BankGiro Loterij nel 1970, beneficiandone da allora.

 

La Fondazione è membro del Transnational Giving Europe che permette donazioni transnazionali fiscalmente efficienti. Quali sono gli incentivi fiscali nei Paesi Bassi e quali, se esistono, si applicano a livello internazionale?

Lo Stato olandese riconosce benefici alle erogazioni liberali in termini fiscali: per qualificarsi come beneficiario, una non profit deve essere registrata dall’ente tributario come “ANBI” – abbreviazione che identifica gli enti che perseguono un interesse collettivo.

Inoltre il precedente governo ha deciso di promuovere le donazioni alle organizzazioni culturali con misure fiscali addizionali che sono in vigore dal 1 gennaio 2012 al 31 dicembre 2019. Viene applicata un’esenzione del 25% sulla tassa sul reddito per le donazioni ad “ANBI culturali” con un massimale di € 5.000 l’anno.

Questi incentivi si applicano anche per donatori olandesi al di fuori del Paese, a patto che l’organizzazione beneficiaria straniera sia registrata come ANBI nei Paesi Bassi. Per far ciò l’organizzazione deve sottoporre un formulario alla Tax Authority in Eindhoven insieme ad altre documentazioni.

 

Qual è l’approccio della Fondazione alla valutazione dell’impatto sociale?

La nostra Fondazione riceve circa 5.000 application ogni anno: per questa ragione è importante che le procedure di selezione siano quanto più accurate e trasparenti possibili. Consultiamo sempre esperti per decidere I progetti da sostenere – a nostro avviso la valutazione d’impatto comincia proprio nella scelta meticolosa delle migliori proposte progettuali.

Siamo però riluttanti a calcolare il valore delle iniziative sostenute, a causa della difficoltà e del costo di tali valutazioni. Ovviamente monitoriamo i progetti on-going e tracciamo i risultati ottenuti, e in caso di grandi iniziative ci affidiamo a valutatori esterni per determinare l’efficacia del progetto. Ma generalmente preferiamo allocare le nostre risorse sui progetti più che sulla valutazione.

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