Franco Amelio: “In assenza di un sistema efficace di rendicontazione dei risultati non si ottengono risorse”

Deloitte nella Faculty del III Corso in Social Impact Investing (8-9 ottobre)

Franco Amelio: “In assenza di un sistema efficace di rendicontazione dei risultati non si ottengono risorse”

Franco Amelio è responsabile della divisione Sustainability di Deloitte in Italia. Vanta un’esperienza pluriennale di coordinamento e realizzazione di progetti multidisciplinari sulle strategie di sostenibilità.

Cominciamo da una definizione, quali sono per voi i confini che delimitano il concetto di “impatto”?

Per quanto riguarda il campo dell’impact investing, è importante chiarire subito che bisogna ragionare su tre levedistinte e collegate. Abbiamo da un lato l’impatto sociale in senso più stretto, definibile come l’insieme dei cambiamenti che avvengono nella comunità a seguito di un intervento. Se prendiamo l’esempio dell’housing sociale, è chiaro come i benefici si declinino principalmente in termini di aumentato benessere e qualità della vita.

Ma non dobbiamo perdere di vista gli altri due aspetti: sono tantissimi gli esempi nel campo dell’impact investing che considerano l’impatto ambientale, visto il numero di investimenti, ad esempio, nel settore delle rinnovabili o del climate change. Fondamentale anche l’impatto economico, incluso l’indotto positivo creato sul tessuto sociale attraverso l’investimento per quanto riguarda il tasso di occupazione o i livelli salariali.

Cosa significa misurare e quali i benefici generabili?

E’ fondamentale chiarire il concetto di misurazione: misurare vuol dire comprendere, senza misurazione non è possibile veicolare questo tipo di investimenti. E se ragioniamo in ottica allargata, mentre in anni passati veniva visto come un plus, ora anche a livello UE in assenza di un sistema di rendicontazione efficace dei risultati non si ottengono finanziamenti.

Per chi gestisce fondi, la misurazione è un concetto di primaria importanza: va ricordato che i potenziali investitori (istituzionali, come fondi pensione o governativi, e mondo private) guardano al mondo “impact” per il ritorno economico a cui è associato un profilo di rischio solitamente inferiore – oltre  alla connotazione di sostenibilità di questi investimenti che consente di ottenere nel medio e lungo periodo risultati cosiddetti win-win.

Quindi, visto l’ampio spettro di attività oggetto d’investimento, poter misurare attraverso indicatori oggettivi dà la possibilità di far comprendere (sia agli investitori e alle realtà oggetto d’investimento, sia agli altri stakeholder) il grado di efficienza ed efficacia sui due driver del ritorno finanziario e del ritorno sostenibile.

Spesso si lamenta la mancanza di strumenti e/o standard che garantiscano trasparenza e credibilità per il settore impact… 

Gli standard ci sono, le grandi fondazioni statunitensi, come la Rockfeller o la Bill & Melinda Gates Foundations, hanno creato sistemi (es. IRIS) per far sì che gli investimenti siano misurabili o per garantire la confrontabilità; si veda il GIIRS che fornisce un rating degli impact investments.

Quello che occorre è definire, gestire e pubblicare gli indicatori scelti e rendere le misurazioni verificabili da enti esterni affidabili e riconosciuti a livello internazionale. I sistemi esistono e anche gli indicatori – sono il processo e il metodo che devono guidare, non lo standard in sé.

Quindi quali sono i driver che devono indirizzare la misurazione?

Il punto fondamentale è che la misurazione va calata nella realtà dello specifico investimento, identificando gli indicatori più opportuni e definendo la profondità dell’analisi che dipende dalla disponibilità di dati – a sua volta funzione del sistema di gestione dell’investimento. Quindi bisogna costituire ex ante un sistema strutturato di rilevazione, gestione e rendicontazione dei dati, altrimenti si rischia di non avere una misurazione tecnico scientifica dei risultati.

I sistemi e gli indicatori ci sono. Bisogna concentrarsi non tanto sugli indicatori ma sul sistema di rilevazione dei dati, in quanto il rischio è di avere persino troppi indicatori e di non riuscire a gestirli perché eccessivamente complicati: il sistema di rendicontazione impostato deve essere semplice, tracciabile, verificabile e comunicabile.

In secondo luogo, nel processo di misurazione va sottolineata l’importanza del dialogo con gli stakeholder per definire cosa misurare e come misurarlo. Capire qual è l’impatto che si crea e come catturarlo va definito insieme a una serie di portatori di interesse in modo strutturato.

Infine, è sempre più importante il principio di connectivity, vale a dire che ciò che si misura va integrato nel sistema di rendicontazione, facendo ad esempio emergere come una modifica della performance ambientale crei effetti su quella economica e viceversa.

Il tema della misurazione e rendicontazione del valore sociale è sempre più un fattore di attenzione anche per i soggetti corporate…

Una possibile evoluzione per le imprese si può trovare nell’integrated reporting, cioè nell’evoluzione dei sistemi di rendicontazione sostenibile (es. GRI) a favore di un modello che evidenzi le relazioni tra variabili non solo economiche e dimostri il legame tra strategia, performance finanziarie, contesto sociale, ambientale ed economico all’interno del quale l’organizzazione opera. Si tratta di un framework che consente di evidenziare la creazione di valore a 360° all’interno dell’impresa e rivolto in primis agli stakeholders del mondo finanziario.

Siamo in un’ottica simile alla misurazione nel settore impact investing, la differenza è nell’ampiezza di analisi: se nell’impact investing si tratta di un lavoro mirato e specifico sull’iniziativa (progetto, società, investimento, etc..) l’integrated reporting è uno strumento più complesso e articolato sulla creazione di valore che prende in considerazione tutti le principali forme di capitale presenti in un gruppo corporate (finanziario, umano, sociale, intellettuale, manifatturiero, ambientale etc.).

Su questo tema vi segnalo il workshop “Il Reporting Integrato” che Assolombarda organizza in collaborazione con Deloitte in due date (mercoledì 16 settembre o mercoledì 28 ottobre presso la sede di Via Pantano 9, Milano) per descrivere i principi e i componenti per realizzare un integrated reporting (Per informazioni)

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