Impact Investing in Italia: si aprono nuove opportunità

L’approvazione della Legge Delega per la Riforma del Terzo Settore potrebbe costituire un punto di svolta per lo sviluppo degli strumenti dell’impact investing e della Finanza Sociale nel nostro Paese

Impact Investing in Italia: si aprono nuove opportunità

Il trend cui si sta assistendo, nel mondo occidentale e in Italia, mostrano come il “welfare state” generalizzato nellʼambito sociale non sia più sostenibile. Basti pensare al gap sempre maggiore tra domanda e offerta pubblica di servizi alla persona: una ricerca prodotta da Accenture e Oxford Economics valuta per lʼItalia un gap da $30 miliardi entro il 2025, che diventano 80 per la Germania e 170 per UK.  Secondo il rapporto italiano della Social Impact Investment Task Force, sarebbe possibile ridurre questo gap attraverso strumenti di finanza sociale/impact investing..

Le imprese sociali, unendo il requisito dell’utilità sociale a un meccanismo business-oriented, potrebbero rappresentare il veicolo ideale per far crescere in Italia il mercato dell’impact investing, capaci di fornire flussi di capitale per finanziare interventi in settori di prioritaria importanza per la collettività.

Ovviamente, dal punto di vista degli investitori in equity, a patto di poter investire in soggetti che abbiano la possibilità di remunerare il capitale investito attraverso la distribuzione – calmierata – di utili.  Un punto fino ad oggi di stallo, a causa di una normativa che vietava in senso assoluto ogni possibilità di distribuzione, non consentendo quindi l’attrazione di capitali esterni e limitando la diffusione del modello delle imprese sociali – come evidenziato dalla bassa diffusione di tali soggetti nel nostro Paese.

Ora ci troviamo davanti a un possibile punto di svolta […]: se fino ad oggi l’inquadramento normativo, tra gli altri fattori, ha rappresentato un freno alla diffusione del mercato degli investimenti ad impatto – nonostante la forte crescita di interesse sul tema – le recenti evoluzioni aprono nuove opportunità che potrebbero portare a un cambio sostanziale nella modalità di produzione di beni di utilità sociale, con il passaggio a un sistema di welfare in cui il Terzo Settore potrà assumere un ruolo produttivo invece che puramente redistributivo, favorendo il coinvolgimento del settore privato negli investimenti a impatto sociale e lo sviluppo di un mercato aperto agli strumenti dell’impact investing.

Dopo una lunga attesa, infatti, con l’approvazione il 25 maggio della Legge Delega per la Riforma del Terzo Settore, il legislatore è intervenuto anche sulla normativa delle imprese sociali con un testo che apre spazi alla possibilità di remunerare il capitale investito. Come si legge all’art. 6, il testo definisce l’impresa sociale come «quell’organizzazione privata che svolge attività d’impresa per le finalità di cui all’articolo 1, che destina i propri utili prioritariamente al conseguimento dell’oggetto sociale ma può remunerare il capitale investito nella misura pari a quanto oggi in vigore per le cooperative a mutualità prevalente […]».

Anche se sono previsti limiti più stringenti rispetto al testo che fu votato alla Camera l’intento di attrarre capitali di rischio per le imprese sociali può ora essere realizzato – al contrario della normativa precedente – riconoscendo una remunerazione fino al 5% del capitale sociale.

Ovviamente, in quanto legge delega, tutto dipenderà dai decreti attutativi che dovrebbero essere adottati entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge. Dovremo quindi attendere prima di poterci pronunciare definitivamente sui reali spazi che la normativa aprirà allo sviluppo di strumenti innovativi di impact investing, già da tempo applicati in altri Paesi.

Quello che però possiamo già riscontrare è il passaggio da una concezione non profit ad una di fair profit, attraverso un nuovo processo di investimento che correla il ritorno economico per gli investitori alla produzione di beni e servizi in grado di generare un impatto sociale e ambientale (cd. Blended Value): un importante ruolo per i privati che potrà essere non solo una responsabilità verso la collettività, ma anche un’opportunità economica per contribuire a colmare bisogni sociali quanto mai pressanti.

References

  • Presidenza del Consiglio dei Ministri, (2013). La finanza che include: gli investimenti ad impatto sociale per una nuova economia. Rapporto italiano della Social Impact Investement Task Force, istituita in ambito G8.
  • Randazzo, R., Taffari, G., (2015). Riforma del Terzo settore e impact investing. Adesso si cambia.
  • Laboratorio per l’Innovazione Pubblica, (2016). Terzo Settore: la Riforma diventa legge, in www.lab-ip.net , Ruggiero, F., (8 giugno 2016)

 

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