Il Motore del Mese: l’Academy for the Development of Philanthropy in Poland

Collaborazioni multi-stakeholder per lo sviluppo della Filantropia. L'intervista al presidente dell'Academy Pawel Lukasiak

Il Motore del Mese: l’Academy for the Development of Philanthropy in Poland

Nell’intervista con Pawel Lukasiak, Presidente dell’Academy for the Development of Philanthropy in Poland, esaminiamo lo stato della filantropia e del social investment con l’organizzazione che è tra i protagonisti in Polonia per lo sviluppo di pratiche di intervento sociale moderne.

L’Academy è una non profit, attiva in Polonia dal 1998, che agisce attraverso la promozione della filantropia individuale e comunitaria, la diffusione di modalità d’intervento efficaci e sostenibili, e il supporto alle imprese attive per la creazione di impatto sociale.

Un ruolo fondamentale di creazione di un contesto culturale propedeutico allo sviluppo della filantropia e degli impact investment in uno scenario nazionale caratterizzato da organizzazioni non profit fortemente sotto-capitalizzate, bassa propensione individuale al coinvolgimento attivo e alla “consapevolezza” del dono, e attivazione ancora embrionale delle imprese in modalità win-win capaci di generare impatto sociale e rafforzare al contempo il business.

Potrebbe darci una panoramica sullo scenario filantropico polacco? Quali sono gli sviluppi principali che stanno definendo il vostro contesto a livello di volumi di donazioni, livello di coinvolgimento e differenze tra vecchie e nuove generazioni?

In Polonia ci sono 17.000 fondazioni registrate e 86.000organizzazioni non governative (escluse le Brigate di pompieri volontari), di cui circa 70.000 realmente operative.

Per quanto riguarda le ONG, la maggior parte sono attive per quanto in ambito di sport, turismo e attività ludiche, approssimativamente  il 34% del totale. Analizzando la situazione finanziaria, per quanto si siano registrati dei miglioramenti, la situazione budgetaria rimane critica con uno scenario altamente polarizzato. Se nel periodo 2011-2014 le entrate totali nel settore sono aumentate del 18% (da 18.000 a 27.000 PLN – circa 6.000 euro n.d.r.), nel 2014 il budget del 14% delle organizzazioni si aggirava intorno a 228 euro e solo il 6% del totale può contare su entrate pari a circa 229.000 euro.

Nel 2014, oltre la metà dei budget dell organizzazioni provengono da:

  • fondi per l’implementazione di servizi pubblici dalle amministrazioni locali e dal governo (60%);
  • quote associative (60%);
  • donazioni economiche e non da individui.

Per quanto riguarda i meccanismi di re-grant, l’Academy dal 1998 ha erogato  €10 milioni,  di cui €1 milione solo l’anno scorso.

Sono diversi i trend che al momento osserviamo nel settore filantropico polacco, sia positivi che negativi.

Per esempio, si sono fortemente sviluppati “fondi in memoria” come conseguenza dei graduali passaggi generazionali nelle imprese. 25 anni dopo la transizione a un’economia di libero mercato, molte aziende private vengono trasferite alle nuove generazioni e siamo confidenti che questo fenomeno contribuirà positivamente alla risoluzione di problematiche sociali.

D’altro canto, sfortunatamente, il contributo dello Stato nel finanziamento del settore sociale sta diminuendo. E anche l’allocazione dell’1% del reddito non sta funzionando a dovere: molte organizzazioni, invece di supportare iniziative sociali locali, aprono conti bancari a favore di persone che raccolgono fondi per i più svariati motivi (come cure mediche, operazioni, etc.). Si tratta quindi di un trasferimento di fondi, più che di un’allocazione a favore del settore sociale, una distorsione del concetto su cui si basa il meccanismo di allocazione dell’1%.

Infine, per quanto riguarda i contributi liberali, il 41% dei polacchi si attiva in risposta a campagne di fundraising e il 34% trasferisce l’1% in fase di dichiarazione dei redditi a organizzazioni del settore sociale. Gli studi dimostrano che i polacchi preferiscono lo “sforzo limitato”, donando con poco discernimento, comprando gadget di beneficenza o inviando sms solidali, piuttosto che attivarsi in un’organizzazione o supportare con coscienza determinati progetti sociali.

Dal vostro osservatorio, quali sono gli strumenti che le fondazioni polacche implementano per selezionare e valutare le organizzazioni che sostengono e accertarsi le risorse vengano utilizzate efficacemente?

In alcuni programmi sociali, come in Act Locally (uno dei programmi della Polish-American Freedom Foundation coordinati dall’Academy) in cui è presente un donatore stabile, come la PAFF, è fondamentale condurre studi di impatto dopo l’implementazione del progetto finanziato.

Ma le organizzazioni non profit che beneficiano dei contributi di molti donatori non sono così attrezzate e non c’è nessuna pressione a condurre questo genere di valutazioni. Si tratta di una situazione sfortunatamente molto comune in Polonia. Addirittura, solo un terzo delle realtà raccoglie informazioni dettagliate su numero di beneficiari raggiunti e sulla relativa ripartizione tra organizzazioni e individui.

Le organizzazioni raramente provano a valutare l’efficacia delle proprie attività: due terzi si imbarca raramente in valutazioni sistematiche delle proprie attività e poco più del 50% analizza e compara regolarmente questi dati.

L’anno scorso abbiamo presentato in Italia il report Corporate Social Impact Strategies dell’European Venture Philanthropy Association, che evidenziava attraverso casi realizzati i nuovi approcci business-oriented per la creazione di impatto sociale. Ritiene che in Polonia le imprese stiano adottando approcci strategici per il business in ottica win-win, vale a dire per creare impatto sociale e rafforzare la propria attività core? 

In Polonia stiamo osservando a una lenta crescita degli investimenti sociali. Alcune organizzazioni non profit, tra cui l’Academy, stanno cercando di promuovere questo approccio tra le imprese in modo che integrino l’impatto sociale nelle proprie strategie di business.

Alcuni anni fa abbiamo cominciato una collaborazione con leader corporate attraverso il programma Presidents-Volunteers e i CEO della nostra coalizione si stanno mostrando piuttosto attivi sul tema.

Inoltre, da 19 anni promuoviamo la Benefactor of the Year Competition, la più riconosciuta e prestigiosa competizione per il community involvement  (CI) delle imprese, di ogni dimensione, in Polonia. Dalla sua fondazione nel ’97, questo meccanismo mira a promuovere le partnership tra imprese e non profit, premiare le imprese più attive a favore della comunità, ispirare gli imprenditori e aumentare il livello di conoscenza – e richiesta – di CI da parte della società civile.

Ma siamo ancora lontani dal poter dire che le imprese polacche operano efficacemente per generare impatto sociale e rafforzare al contempo il proprio business. Hanno bisogno di più tempo per cambiare le proprie strategie ed è necessaria una forte azione di educazione del settore in quest’ambito.

Può descriverci uno dei più rilevanti programmi che ha in corso l’Accademia – anche alla luce delle sfide che caratterizzano lo scenario socio-economico polacco e/o europeo?

Sicuramente il programma che abbiamo appena lanciato Global Challenges Local Solutions (GCLS), un’iniziativa a livello europeo a supporto delle fondazioni comunitarie. L’Europa ha bisogno di un modello di cittadinanza più coinvolto, socialmente consapevole e attivo, dotato degli strumenti giusti per affrontare le sfide che si stanno presentando. Dal 2017, il GCLS supportare i filantropi a livello locale affinché sostengano l’attivismo civico, educhino e coinvolgano più persone nelle vite delle proprie comunità, favoriscano l’integrazione degli immigrati e promuovano soluzioni per rendere le città più inclusive, sicure e sostenibili.

Siamo fortemente convinti che le comunità locali debbano giocare un ruolo fondamentale nella risoluzione di problematiche globali, questo è il senso del programma. Non è possibile fronteggiare obiettivi macro come quelli definiti dai nuoviSustainable Development Goals senza iniziative che affondino le proprie radici nella società e siano guidate dalle comunità locali. Il cambio deve avvenire dal basso: se dobbiamo rendere più forti le comunità locali e incoraggiarle ad avere un ruolo attivo in questo processo, è indispensabile incoraggiare la cultura del dono e della solidarietà promuovendo i valori della filantropia di comunità e dando l’esempio.

Per fare in modo che il GCLS sia in grado di apportare alle fondazioni comunitarie il supporto di cui hanno bisogno, stiamo cercando di aumentare la rete di partner, soprattutto per quanto riguarda fondazioni, attivisti, governi locali, filantropi, e imprese – sia locali che multinazionali. Per approfondire vi invitiamo a visionare questo filmato di presentazione dell’iniziativa (https://www.youtube.com/watch?v=h8Bdisr70xE).

Per ulteriori informazioni http://www.filantropia.org.pl/en

Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione o per aiutarci a fornire i nostri servizi. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento, acconsenti al nostro uso dei cookie.
Chiudi
Info