Leap Update: Ridateci i nostri migliori angeli

E ancora: l'annuncio della Laura and John Arnold Foundation, la White House Frontier Conference, l'approfondimento della Stanford Social Innovation Review... e tanto altro.

Leap Update: Ridateci i nostri migliori angeli

In questo doloroso anno di elezioni, gli Stati Uniti sono passati dal “giocare da soli” a fenomeni di rabbia di gruppo. Crediamo che il nostro settore abbia un ruolo fondamentale nell’aiutare l’America a sostenere i suoi migliori angeli. Infatti, il settore sociale è in una posizione privilegiata per farlo. La fiducia nel governo è al suo punto più basso da quando Gallup ha cominciato a tracciare i dati 40 anni fa. Quella nelle altre istituzioni – media, imprese, sindacati – è scesa quasi agli stessi minimi storici. Nel contempo, quasi due americani su tre dichiarano di avere forte o discreta fiducia nel settore sociale.

Dai primi anni di vita dell’esperimento americano, il nostro settore ha fatto del suo meglio per riparare il tessuto sociale nazionale, spesso contro ogni probabilità di successo. Sono pochi i Paesi che hanno sviluppato una così robusta rete di organizzazioni per aiutare e sostenere le comunità soprattutto in momenti critici.

Nonostante la forza, è difficile immagine come i leader del settore sociale possano fare una vera differenza ora: ma crediamo che questo sia molto più facile a livello locale, dove possono giocare un ruolo più incisivo nell’avvicinare le persone e rappresentare la diversità.

In molte comunità stiamo osservando sforzi fruttuosi di costruire “cività”, ricostruendo la fiducia tra la polizia e i cittadini, potenziando la sostenibilità ambientale, e reinventando le modalità con cui affrontare problematiche economiche alla base di fenomeni di rabbia e paura. “Molte comunità stanno comprendendo come trarre un’opportunità da questo momento storico, spesso bypassando o ignorando la conversazione a livello nazionale” dice Phillip Zelikow, professore della Virginia University e direttore dell’iniziativa Rework America della Markle Foundation.

Nel post Brexit e post elezioni, stiamo vedendo l’inizio di una conversazione sul ruolo del settore sociale in un momento di divisione. E questo è stato uno dei temi principali nella Independent Sector Conference di Washington. Ma dobbiamo fare molto di più per essere dei veri costruttori di ponti. Abbiamo bisogno di produrre più azione, più performance, più impatto. E soprattutto, dobbiamo raccogliere l’empatia e l’umiltà per ascoltare, mostrare rispetto per tutti i punti di vista, e davvero cominciare un dialogo con gli altri.

 

E ora qualche breve aggiornamento dalla Leap of Reason Community:

  • Mentre il presidente Obama si avvicina alla fine del suo mandato, sta lavorando alacremente per assicurarsi che l’enfasi della sua ministrazione su un policymaking basato sui dati continui. Alla White House Frontiers Conference, il presidente ha evidenziato la necessità di applicare “dati e evidenze alle policy per il settore sociale per identificare e scalare progetti efficaci e interrompere i finanziamenti agli altri”. Rinforzando il suo annuncio, il Dipartimento dell’Educazione ha annunciato questo mese il lancio per primo premio Pay-per-Success per outcome su programmi di training e inserimento lavorativo giovanile. Con questo genere di iniziative, il governo paga i provider solo dopo che i risultati positivi sono stati dimostrati.
  • La Laura and John Arnold Foundation, che ha già investito fortemente per promuovere il grantmaking basato su prove, ha annunciato una significativa espansione dei propri sforzi per aiutare le non profit a sostenere studi randomizzati controllati a basso costo che possano aiutarli a migliorare. Invece di stabilire un preciso numero di grant, la fondazione s’impegna a sostenere “tutte le application che riceveranno un buon punteggio dal comitato di revisione”. Ogni grant spazierà tra i 150.000$ e i 300.000$
  • Congratulazioni a Phil Buchanan e Patti Patrizi per l’articolo sul Chronicle of Philanthropy “Ditch Strategic Philanthropy–but Don’t Throw Out Strategy With It.”. Sostengono come il problema della “strategic philanthropy” provenga da una mancata comprensione e applicazione. Ma quando implementata con pensiero e attenzione, la filantropia strategica si è dimostrata un fattore chiave “in ogni grande successo filantropico – dalla risposta all’epidemia di tubercolosi un secolo fa ai recenti progressi nella riforma del sistema giudiziario” scrivono. “E’ quanto mai importante vista la crescita della filantropia e i sempre maggiori sforzi dei grandi patrimoni: è necessario quindi evitare che crescano al contempo le conseguenze della mancata efficacia”.
  • Tina Rosenberg evidenzia sul New York Times un tema a noi caro nel suo articolo “Reviving House Calls by Doctors”: le modalità con cui gli operatori del settore sanitario, incentivati da nuovi meccanismi di pagamento legati agli outcome, possano fornire lezioni preziose al resto del settore sociale. Rosenberg descrive, infatti, diversi sforzi per modernizzare le tradizionali visite a domicilio per gli anziani con gli obiettivi di risparmio economico e miglioramento della qualità della cura. In un esperimento teso a spostare gli incentivi dalla quantità alla qualità, il programma Independence at Home “ha operato con 15 studi medici dando loro parte del denaro risparmiato evitando le visite a domicilio. In complesso, il programma ha fatto risparmiare 25$ milioni a Medicare nel primo anno, e 10$ nel secondo”.
  • Il nuovo articolo “Many Ways to Many,” apparso su SSIR di Joe McCannon, Rashad Massoud, e Abigail Zier Alyesh dà tanti buoni spunti su come creare innovazione e diffonderla via network. Gli autori hanno profilato dieci diversi modelli di “apprendimento di network” da quello altamente strutturato del Institute for Healthcare Improvement a meno formalizzate community di professionisti. Per quanto sia importante il modello, l’aspetto fondamentale rimane l’implementazione. Per avere cambiamento bisogno promuovere una cultura in cui “venga assicurato un ritmo rapido di apprendimento, i miglioramenti siano costantemente ricercati, l’improvvisazione venga incoraggiata, e i piccoli successi vengano immediatamente riconosciuti”.

 

Buona fortuna per il vostro viaggio.

Mario and Lowell

Mario è presidente del Morino Institute, cofondatore di Venture Philanthropy Partners e autore di Leap od Reason. Lowell Weiss è presidente di Cascade Philanthropy Advisors, co-editore di Leap of Reason e advisor nella Leap of Reason Initiative.

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