Leap Update: un piccolo sacrificio, una grande ricompensa
Il modello ad alto valore aggiunto di Impetus-PEF, fondazione londinese che supporta la crescita delle organizzazioni non profit attraverso un intervento ad alto coinvolgimento: lo sviluppo di una relazione di fiducia tra funder e grantee è fondamentale per operare in modo trasparente e in ottica di sviluppo
27 Giugno 2017
Recentemente abbiamo dedicato uno dei nostri update mensili a Impetus-PEF, fondazione londinese che porta avanti nella pratica il concetto di high-performance, non solo investendo per sostenere la crescita delle organizzazioni beneficiarie ma anche in termini di propria performance interna.
Successivamente, abbiamo ricevuto una cortese nota da un contatto di Londra. Pur lodando la focalizzazione di Impetus-PEF sulla generazione di impatto sociale, si chiedeva se la metodologia di forte coinvolgimento non ponesse troppa pressione e oneri sulle non profit sostenute. Per questo, con la benedizione di Impetus-PEF, abbiamo contattato Jo Rice, managing director di una delle organizzazioni principali nel portafoglio della Fondazione: la leadership di Impetus-PEF ha detto chiaramente a Jo che avrebbe dovuto dire la verità, solo la verità, nient’altro che la verità.
Prima di cominciare, ecco alcuni elementi di base su Resurgo, l’organizzazione di Jo Rice. Il programma principale, Spear, aiuta persone fuori dal mercato del lavoro a trovare un’occupazione. Si concentra non solo sulla preparazione dei giovani al mondo del lavoro; ma anche affinché i datori di lavoro creino una cultura in cui persone precedentemente emarginate possano avere una chance di successo.
Il primo grant di Impetus-PEF a Resurgo è stato erogato nel 2009. “Il processo di due diligence ha richiesto quasi un anno“ riporta la Rice. “Hanno parlato a ogni persona nel nostro staff, e verificato tutti i nostri contratti”. Dopo l’erogazione, le cose si sono fatte molto più intese. Gli investment directors di Impetus-PEF gestiscono due o tre grant contemporaneamente, molti meno dei tipici officer di una fondazione, e questo consente loro di spendere in media un giorno a settimana con ogni organizzazione beneficiaria.
E poi fu la volta del workshop Driving Impact, per aiutare le non profit beneficiarie a chiarire la propria mission, popolazione target, e outcome attesi. “Ho pianto per quattro minuti” dice la Rice. David Hunter, che conduceva il workshop, mirava alla giugulare: “Sapete quella domanda che avete rimandato e nascosto sotto il tappeto per anni? Sto per chiedervi proprio quella”. Ma questo rigore è un vero valore aggiunto o solo un faticoso sforzo? Per Rice non solo ne vale la pena, è un processo indispensabile. “E’ stata un’esperienza incredibile. Impetus-PEF è di gran lunga il funder più importante che abbiamo, non solo in termini di donazioni economiche ma per tutte le forme di supporto. È chiaro che il contributo monetario è stato il motivo per cui abbiamo avviato la relazione, ma rapidamente è stato chiaro che il vero valore era nel rapporto con il nostro investment director. Non ho paura di condividere con lei i nostri dati. È a conoscenza di tutto, abbiamo un rapporto di fiducia, e lei si fida di noi per utilizzare le risorse nel modo che riteniamo più efficace”. La Rice riporta che insieme al proprio investment director riesce ad avere conversazioni spinose senza conseguenze negative. “Lei può dirmi che non ho dato il meglio a un meeting, così come io posso ribattere che Impetus in quell’occasione ha posto troppa enfasi sull’impatto senza guardare attentamente alla sostenibilità”.
La Rice sostiene che questa relazione di fiducia si sia tradotta direttamente in una performance migliore di Resurgo – e i dati che ha condiviso con noi degli outcome su occupazione, educazione e training monitorati grazie al sistema Salesforce di performance management dell’organizzazione sostengono la sua affermazione. Se, prima di intraprendere il cammino con Impetus-PEF, circa metà dei giovani nel programma Spear raggiungevano gli outcome attesi in 12 mesi, oggi la percentuale è di oltre il 75%.
Nelle prossime settimane, contatteremo altre organizzazione sostenute da Impetus-PEF per raccogliere informazioni di prima mano. Condivideremo i dettagli nella speranza che altri decidano di fare un tentativo con il modello “alto coinvolgimento – alto valore aggiunto” di Impetus-PEF.
E ora alcuni brevi update dalla community di Leap of Reason:
- Kudos alla collega Ingvild Bjornvold per un grande lavoro di individuazione di best practice non profit in termini di performance. In “When WINGS Leaders Fly High, So Do Children”, Bjornvold illustra un programma che utilizza un sistema di gestione basato sulle persone per aiutare lo staff a trasformarsi in istruttori efficaci.
- “Lifting Kids to College” di Frank Bruni rappresenta una rara e preziosa storia a lieto fine sulle pagine del New York Times. Bruni racconta le modalità con cui l’Università della Southern California stia conseguendo risultati rimarchevoli aiutando giovani emarginati a prepararsi, essere ammessi e avere successo. “Anche se la U.S.C. è spesso stata stereotipata come il parco giochi dei bambini ricchi, sta distanziando molte istituzioni analoghe nel creare un’opportunità per ragazzi a rischio. Bisognerebbe prendere esempio dal suo modello”.
- Un’altra bella storia sul New York Times è “Homeless Find a Champion in Canada’s Medicine Hat”, che racconta la strategia evidence-based che sta aiutando le persone e portando a un risparmio di risorse pubbliche in Canada. Il progetto “Housing First” prevede l’offerta di case a uomini e donne ancor prima che abbiamo affrontato le proprie problematiche di tossicodipendenza o disagio mentale. La teoria alla base è che, se non hai un’abitazione stabile, hai poca o nessuna chance di affrontare sfide più complesse. Non solo il Canada sta implementando questo programma: sta studiando rigorosamente cosa funziona e cosa va migliorato. In base all’articolo, “I risultati sono strabilianti, e stanno validando il modello housing-first mostrando come il costo dell’abitazione per un senzatetto sia molto minore di quelli relativi a servizi medici di emergenza che verrebbero sostenuti se il senzatetto vivesse per strada”.
- Stiamo aspettando con ansia il nuovo libro di Rick Wartzman The End of Loyalty: The Rise and Fall of Good Jobs in America, in uscita a breve. In base agli scambi che abbiamo avuto, sappiamo che il libro affronterà un tema per noi di particolare interesse: l’erosione del contratto sociale tra aziende e dipendenti e gli effetti in termini di mobilità sociale. Secondo l’anteprima del Publisher’s Weekly, “Questo trattato scritto in modo impeccabile sostiene che sia imperativo reinstaurare un contratto sociale più forte tra lavoratori e corporate executives”
- Per tutti quelli che seguono il crescente settore dei Social Impact Bond, raccomandiamo Scale Finance: Industrial-Strength Social Impact Bonds for Mainstream Investors di Steve Goldberg, pubblicato recentemente dalla Riserva Federale della Banca di San Francisco. Il report di Goldberg è una overview con molti spunti utili. Ci piace il concetto dei SIB, ma temiamo che la promessa di questi innovativi veicoli di finanziamento non verrà realizzata se non riusciamo ad aumentare il focus sulla generazione di outcome rilevanti, investendo nella costruzione di basi di dati e smettendo di impatanarsi sulle difficoltà implementative. Per ulteriori informazioni su questo argomento, potete consultate SIBs: What’s Missing? prodotto dalla Leap Ambassadors Community
Buona fortuna per il vostro viaggio
Mario and Lowell
Mario è presidente del Morino Institute, cofondatore di Venture Philanthropy Partners e autore di Leap od Reason. Lowell Weiss è presidente di Cascade Philanthropy Advisors, co-editore di Leap of Reason e advisor nella Leap of Reason Initiative.