Innovazione, finanza sociale e valutazione dell’impatto: l’approccio di UBI Comunità per generare impatto sociale

Con Vincenzo Algeri e Guido Cisternino approfondiamo il modello di intervento di UBI Comunità e i nuovi strumenti finanziari lanciati in Italia per sostenere l’imprenditoria sociale e rispondere ai bisogni concreti di persone in condizioni di fragilità

UBI Banca nel corso della sua storia ha sempre unito al proprio impegno imprenditoriale una forte e convinta attenzione al contesto sociale e culturale, promuovendo iniziative e partnership in forme adatte all’evoluzione dei tempi e alle specifiche caratteristiche dei territori di insediamento.

Attraverso la sua divisone commerciale UBI Comunità, rivolta alle realtà del Terzo Settore e dell’Economia Civile, il Gruppo UBI Banca sostiene investimenti orientati all’impatto sociale e percorsi di imprenditoria sociale legati allo sviluppo locale, di comunità e nuove filiere, assumendo un ruolo di partner strategico del non profit e del privato sociale, in grado di accompagnarne i protagonisti nel perseguimento delle finalità sociali anche attraverso l’introduzione di innovazioni nel comparto.

Fra queste rivestono un ruolo di particolare rilevanza i Social Bond, prestiti obbligazionari, lanciati per la prima volta in Italia dal Gruppo UBI Banca, che offrono ai sottoscrittori un rendimento di mercato e che prevedono che con il funding riveniente dai titoli collocati la banca eroghi somme di denaro a titolo di liberalità e/o finanziamenti a condizioni competitive a sostegno di progetti o investimenti ad elevato impatto sociale, riscontrabile dal calcolo dello SROI (Social Return on Investment). I social bond incontrano il favore dei risparmiatori retail poiché permettono loro di coniugare, effettuando le proprie scelte di investimento, obiettivi economici individuali (aspettativa di un’adeguata remunerazione del proprio risparmio) con quelli valoriali e di interesse generale.

Da aprile 2012 a settembre 2017 il Gruppo UBI Banca ha emesso 87 Social Bond UBI Comunità, per un controvalore  complessivo di  953,2  milioni di euro, che hanno reso possibile la devoluzione di contributi a titolo di  liberalità per  circa 4,5 milioni di euro volti a sostenere iniziative di interesse sociale e sono stati sottoscritti da oltre 34.000 clienti del Gruppo UBI. Inoltre sono stati attivati plafond per finanziamenti per oltre 20,5 milioni di euro destinati a consorzi, imprese e cooperative sociali.

 

Trust in life è il progetto nato dalla collaborazione di UBI Banca, con la sua trust company UBI Trustee, con Anffas Onlus – Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale – e con il Gruppo Cooperativo CGM.

Trust in Life si pone l’obiettivo di mettere a disposizione modelli di intervento coesivi, efficienti e innovativi, coerenti con la Legge 112/2016, nonché servizi e strumenti finanziari a favore delle persone con gravi disabilità e alle loro famiglie nell’ambito del “Durante e Dopo di Noi”, in particolare attraverso lo strumento giuridico del trust.

Tutto questo è possibile per la presenza di UBI Trustee S.A., la Trust Company del Gruppo, operativa dal marzo 2000, con più di un centinaio di dossier e circa 900 milioni di euro di asset under management. La società vanta una vasta e pluriennale esperienza nel campo della trasmissione del patrimonio tra generazioni (aziende, immobili, partecipazioni, asset finanziari), della family e corporate governante, della tutela dei minori e delle persone con disabilità, della tutela della qualità della vita delle persone anziane e, infine, di trust a scopi filantropici.

 

Il Social Impact Project Finance è stato introdotto in Italia da UBI Banca nel 2015 nell’ambito di UBI Comunità. Si basa sul presupposto classico della finanza di progetto: finanziare a lungo termine un progetto in cui il ristoro del finanziamento stesso è garantito dai flussi di cassa previsti dalla attività di gestione dell’opera. Su tale base, le specificità introdotte sono state:

  • il destinatario è una impresa, cooperativa sociale od organizzazione non profit, che viene finanziata per una propria iniziativa con la tecnica del project finance;
  • lo spread applicato dalla banca, che concorre a determinare il tasso di interesse del finanziamento a medio-lungo termine su base di Project Finance, è collegato al raggiungimento di prestabiliti risultati di natura sociale in ottica “pay for success” o “pay for result”;
  • gli investimenti oggetto di sostegno finanziario rientrano nei seguenti ambiti: Socio-assistenziale, Sanità, Supporto alla Famiglia/Infanzia, Istruzione, Politiche abitative, Turismo, Ambiente, Energia, Cultura;
  • il raggiungimento dei risultati sociali prestabiliti abilita la Banca a ridurre il costo dell’intervento in ottica premiale o a sostenere in via continuativa lo start up/sviluppo di altre Iniziative Sociali legate al progetto finanziato e/o svolte sul territorio.

 

Con UBI Welfare, divisione specializzata nel settore del welfare aziendale, UBI Banca si pone l’obiettivo di accompagnare imprese ed enti del terzo settore clienti in tutte le fasi necessarie all’avvio di piani welfare attraverso un approccio innovativo in grado di dare risposta ai reali bisogni delle persone e dei soggetti del territorio grazie alla costruzione di un ecosistema di welfare territoriale e di prossimità in cui i soggetti del terzo settore, che rispondono ad elevati standard qualitativi, possono diventare anche fornitori diretti di beni e servizi che alimentano la piattaforma.

 

UBI Banca ha recentemente rafforzato l’esperienza di UBI Comunità, strutturandola come una divisione con l’obiettivo di consolidare ulteriormente il rapporto con i territori di insediamento, con i diversi attori e con le realtà economiche e sociali di cui sono espressione. Il nostro Istituto ha ampliato anche la propria relazione con gli Enti pubblici e associativi” afferma Vincenzo Algeri, Responsabile Area UBI Comunità di UBI Banca. “Con UBI Comunità, quindi, UBI Banca si pone come partner bancario di riferimento dei diversi soggetti del settore pubblico, dell’economia sociale e civile e del non profit, in grado di sostenere e promuovere sinergie e forme di convergenza tra il pubblico, il privato ed il privato sociale”.

 

In uno scenario di grande evoluzione anche per il terzo settore e in particolare per l’imprenditoria sociale – spiega Guido Cisternino, Responsabile Terzo Settore ed Economia Civile di UBI Banca –  ci attendiamo importanti risultati della Riforma del Terzo Settore, che potrà contribuire a  sbloccare il potenziale di tutto il non profit e promuovere la diffusione di un ecosistema composto da modelli ibridi di interventi di finanza sociale volti a sostenere gli investimenti orientati all’impatto e soluzioni innovative in grado di rispondere alle nuove sfide sociali che abbiamo di fronte. La Riforma rappresenta infatti un grosso passo avanti anche per la finanza sociale, in quanto con i titoli di solidarietà essa entra formalmente nel “codice genetico” del Terzo Settore quale strumento a supporto del bene comune.

 

UBI Banca è il quarto gruppo bancario commerciale italiano per capitalizzazione di Borsa, con forte vocazione di prossimità alle famiglie, alle PMI, e può contare su circa 22.000 dipendenti, oltre 1900 filiali, ubicate nelle regioni più ricche del Paese con forte presenza di organizzazioni non profit, e circa 4,5 milioni di clienti. Nel corso degli anni ha arricchito la propria offerta con servizi e progetti realizzati per porsi come partner consapevole del variegato mondo del Terzo Settore, introducendo i Social Bond, il progetto Trust in Life, il Social Impact Project Finance e valorizzando il non profit nell’ambito del progetto UBI Welfare.

 

Per ulteriori informazioni: https://www.ubibanca.com/Non_profit

 

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