Leap Update: su e giù per l’ascensore cinque volte

Venti anni fa, Fred Ali, leader di una non profit dedicata a giovani senzatetto, entrò nella lobby di un imponente edificio nel centro di Los Angeles e premette il pulsante per il trentesimo piano. Uscì dall'ascensore dirigendosi verso gli uffici della Weingart Foundation

Leap Update: su e giù per l’ascensore cinque volte

Venti anni fa, Fred Ali, leader di una non profit dedicata a giovani senzatetto, entrò nella lobby di un imponente edificio nel centro di Los Angeles e premette il pulsante per il trentesimo piano. Uscì dall’ascensore dirigendosi verso gli uffici della Weingart Foundation, divenuta negli anni un ambiente molto intimidente per le non profit a caccia di fondi. Il board era composto interamente da manager di grandi imprese, le cui decisioni avevano enormi ricadute su centinaia di non profit del sud della California.

Prima che Ali entrasse nell’ufficio della Weingart, si girò dirigendosi verso l’ascensore. “Ero così nervoso” ricorda. “Sono andato su e giù per l’ascensore cinque volte prima di trovare il coraggio per entrare”.

Oggi la Weingart è un posto molto differente. E ciò ha molto a che fare con il fatto che Ali guida la fondazione e ha costruito un team di professionisti molto diversificato che sono stati dal lato del tavolo di chi richiede fondi.

In agosto, Lowell ha trascorso alcuni giorni a Los Angeles con Ali e il suo team. Voleva comprendere perché tanti Leap Ambassador avessero citato la Weingart come esempio di erogatore che investe profondamente e con empatia nella performance dei propri beneficiari. Nel corso della visita, Lowell ha appreso la grande storia della graduale e paziente trasformazione – da generoso corporate citizen a leader filantropico innovativo ed efficace. Nei prossimi mesi, questa storia costituirà il nuovo profilo nella serie “Funding Performance” della Leap Ambassadors Community. Ecco una breve panoramica di alcune delle pratiche di high-performance della Weingart.

In primis, la Weingart fornisce le risorse economiche che possono permettere alle non profit di perseguire una miglior performance. Ali e il suo team si spendono personalmente affinché altri finanziatori privati e i governi mettano a disposizione grant che rispecchino il costo pieno della fornitura di servizi. E la fondazione mette in pratica quello che promuove, allocando la maggior parte delle proprie risorse in supporto operativo pluriennale non vincolato. “La nostra Theory of Change consiste nel fornire risorse non vincolate e flessibili e organizzazioni non profit con un buon management e una focalizzazione strategica per produrre outcome rilevanti” riporta Ali al Philanthropy News Digest.

Secondo, Weingart ha creato e implementato il Learning and Assessment Framework che rispecchia l’impegno ad aiutare le organizzazioni beneficiarie a costruire nove aree chiave per l’efficacia organizzativa (sì, le nove aree della Weingart si allineano molto bene ai sette pilastri del Performance Imperative).

Terzo, Weingart investe fortemente nel costruire relazioni salde e di fiducia con i grantees. Il tutto parte con un team sveglio ed empatico che conosce bene quali sfide comporta guidare una non profit. Ali racconta che nei giorni in cui era a capo di non profit, si trovava spesso davanti a program officer che non sapevano nulla della realtà di un’organizzazione del settore sociale. Per questo, si è posto la regola che chiunque vada a lavorare per la Weingart debba avere una precedente esperienza nel non profit.

Oltre ad assumere persone che sono state sul lato grant-seeker, la Weingart cerca in tanti altri modi di fare passi per ridurre il disequilibrio che vent’anni fa spinse Ali ad andare su e giù con l’ascensore. Per esempio la fondazione invita regolarmente le organizzazioni beneficiarie a partecipare agli incontri del board, conduce focus group e sondaggi di ascolto per raccogliere le loro prospettive, ed evita attentamente di appesantire le non profit con richieste di reporting che sono alla fine di scarsa utilità.

Il profilo completo fornirà molti altri dettagli su queste pratiche, rivelando come si siano evoluti i profili e gli approcci del team Weingart. Speriamo che possa essere di ispirazione per altri finanziatori che vogliono aiutare le non profit a potenziare la propria performance.

E ora alcuni brevi update dalla community di Leap of Reason:

  • Siamo orgogliosi di presentare un ottimo compagno del Performance Imperative emerso in maniera organica dalla Leap Ambassadors Community: Small but Mighty – the PI for Small Nonprofits.  Il PI era stato pensato per non profit di dimensioni maggiori – con budget superiori a 3 milioni di dollari. Ma chiaramente le non profit più piccole coprono nicchie fondamentali delle nostre comunità. Ecco perchè i Leap Ambassadors hanno voluto fornire un’introduzione al PI per ispirare le piccole non profit a intraprendere il cammino verso la high-performance. Un grande ringraziamento a Karen Walker e Debra Natenshon, che hanno guidato l’iniziativa, e a Ellen Bass, Ken Berger, Sam Cobbs, Matt Huckabay, Susan Karas, Mari Kuraishi, John Read, Nan Stone, Lester Strong, e Mary Winkler. 
  • Parlando di cose “piccole ma potenti”, nell’ultimo Leap Update avevamo promesso un rimando al profilo del Leap Ambassador Blagrave Trust, fondazione relativamente minore ma che sta crescendo fortemente. Sappiamo dai colleghi che si occupano di valutazione che non dovremmo essere noi a dare giudizi sul nostro lavoro, ma crediamo che questo profilo rappresenti una grande lettura per i board delle fondazioni senza patrimoni colossali ma con l’ambizione di favorire l’efficacia delle non profit che sostengono.
  • Abbiamo letto con piacere “The Link Uniting Donors and Doers for Social Change” che porta all’attenzione generale il modello esemplare che Nancy Roob Stan Druckenmiller stanno costruendo con Blue Meridian Partners. L’anno scorso, fondazioni e individui hanno trasferito quasi $400 miliardi alle non profit, attraverso piccole donazioni. Blue Meridian ci sta mostrando un nuovo cammino per la filantropia – raccogliendo fondazioni e individui con grandi patrimoni (tra cui l’ex CEO di Microsoft Steve Ballmer e sua moglie Connie) per investire massicciamente per cambiamenti sistemici a favore di bambini e famiglie vulnerabili della nostra società. Siamo grandi fan di questo approccio e confidiamo che Blue Meridian incoraggi la nascita di modalità analoghe in altri settori.
  • Affinché non pensiate che sia tutto rose e fiori, eccovi una bella dose di realtà: la House Committee a fine settembre ha tenuto un’udienza dichiaratamente per supportare nuove politiche premianti approcci evidence-based nel governo federale. I convenuti volevano focalizzare l’attenzione sul report finale redatto dalla bipartisan Commission on Evidence-Based Policymaking. Ma, come riporta il nostro collega Patrick Lester, “Il punto bipartisan centrale, cioè che i dati possano permettere alle agenzie federali di produrre migliori outcome a un minor costo, si è pera per la maggior parte dei membri del Congresso che sono intervenuti”. Speriamo che i campioni della commissione, l’House Speaker Paul Ryan e il senatore Patty Murray potranno essere di promuovere novità legislative nelle prossime settimane.
  • Vi consigliamo il nuovo report di New Philanthropy Capital, Towards an Evidence-Led Social Sector, che promuove una visione convincente di come nei prossimi anni la raccolta dati aiuterà tutte le non profit a capire cosa funziona, dove, perché e per chi. Il report non è solo un manifesto: presenta i passi per non profit, accademici, finanziatori per favorire la mentalità, i comportamenti, e i cambi infrastrutturali necessari per conseguire questa visione.
Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione o per aiutarci a fornire i nostri servizi. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento, acconsenti al nostro uso dei cookie.
Chiudi
Info