Leap Update: 28 Aggiustamenti

Leap Update: 28 Aggiustamenti

Tre anni fa, quando la Leap Ambassadors Community rilasciò la prima versione del “Performance Imperative (PI)”, gli Ambassador chiarirono che avrebbero messo in pratica ciò di cui parlavano, soprattutto in termini di apprendimento e potenziamento, per produrre infine una versione 2.0:

La prima release non è la fine. Continueremo ad aggiornare, rivedere e elaborare questo prodotto. Vogliamo migliorare il nostro lavoro – in linea con il PI stesso – integrando con gli input di leader con diversa prospettiva ed esperienza. Vogliamo il vostro feedback”

E non si sono smentiti: a inizio mese, hanno pubblicato la nuova versione potenziata del PI.

Considerando quanto si è estesa la community negli ultimi tre anni, il nuovo PI ha potuto attingere ai contributi di molti più esperti rispetto all’ultima versione, elevando il processo di revisione del modello.

L’originale rappresentava già un documento potente e utile, che ha portato i leader del non profit a esprimere considerazioni quali “non avrei potuto articolare meglio i miei pensieri. E’ come se aveste scavato nel mio cervello”. Ma sotto ogni aspetto, PI 2.0 è una guida migliore e speriamo che i 40.000 di voi che hanno scaricato la vecchia versione dedicheranno 30 secondi alla nuova.

Il cuore non è cambiato. Ancora più importante, la definizione di “high-performance organizations” e i sette pilastri fondamentali (che conducono alla high-performance) sono gli stessi che hanno resistito egregiamente a tre anni di test.

Ma tre i sette pilastri, gli ambassador hanno aggiunto 14 nuovi principi (le specifiche modalità con cui le high-performance organization concretizzano i pilastri) e rivisto altri 14. I cambiamenti riflettono aree importanti che gli Ambassador hanno evidenziato in tre anni di ascolto e apprendimento e si focalizzano sull’importanza dei feedback dei beneficiari, sulla diversità e inclusione, sull’empatia, e sull’advocacy. Ad esempio, per il Pillar 1 (“Leadership coraggiosa e adattiva da parte del management e del CdA”), sono stati aggiunti questi principi:

  • “Management e board coltivano la diversità e l’inclusione a ogni livello dell’organizzazione, perché un’ampia gamma di background, esperienze e prospettive contribuisce al livello di creatività, empatia ed efficacia dell’organizzazione”
  • “Management e board ascoltano e rispondono ai bisogni delle persone che servono” (i.e. ai beneficiari primari). Questo significa raccogliere, sintetizzare e utilizzare in modo sistematico il feedback dei beneficiari finali per informare i processi decisionali”
  • “Management e board coltivano relazioni basate sulla fiducia con i policymaker chiave. Tengono informati i legislatori del proprio lavoro; fanno attività di advocacy per politiche e finanziamenti che possano aiutare i beneficiari; e contrastano quelle proposte che al contrario potrebbero danneggiarli.

La nuova versione è partita alla grande, con oltre 1.500 download dal lancio in aprile.

Non possiamo che concludere questo post ringraziando la Leap Ambassadors Community e tutti quelli che hanno partecipato a questo processo di potenziamento del PI: non conosciamo nessun altro documento nel settore che abbia beneficiato di una simile diversità di voci e prospettive.

E ora alcuni brevi aggiornamenti dalla Leap Community:

  • Vi raccomandiamo il post di Tim Delaney Advocating for Racial Equity: The Long Journey Continues,” sul blog del Center for Effective Philanthropy. Delaney, presidente e CEO del National Council of Nonprofits (e contributore fondamentale del nuovo PI), evidenzia nuovi e sconcertanti dati sulle prospettive dei ragazzi afro-americani: “Il 99% dei ragazzi di colore da adulti versa in condizioni economiche peggiori dei ragazzi bianchi, anche se sono cresciuti in ambienti simili con genitori dal reddito comparabile”. Delaney invita le non profit a tradurre e ricondurre dati come questi in efficaci campagne di advocacy per livellare il contesto. 
  • Kevin Starr, managing director della Mulago Foundation e autore di un recente Funding Performance profile della Leap Ambassadors Community, fa come sempre il guastafeste nel suo ultimo post SSIR intitolato “Enough Innovation Already!” Starr, che dirige una fondazione molto attenta ad aiutare le organizzazioni non profit a progettare le loro innovazioni per raggiungere milioni di persone, sostiene in modo convincente che l'”innovazione senza replicabilità è solo una perdita di tempo”. Siamo d’accordo con Starr, è difficile mantenere un’alta fidelizzazione quando si replica un programma, e ogni più piccolo dettaglio è importante. Per la nostra esperienza, finanziatori, manager e CdA – nel settore privato e non profit – prestano troppa poca attenzione agli aspetti necessari per garantire una replicabilità efficace. E una replicazione scarsa è sinonimo di outcome scarsi – se non dannosi.
  • Pensando a Mulago e a come raggiungere una scala trasformativa, vogliamo fare una nota a due fantastiche organizzazioni beneficiarie della Fondazione: Last Mile Health e One Acre Fund. Entrambe hanno appena saputo di far parte del primo portafoglio del The Audacious Project , nuovo modello di filantropia su “big bets”. Facendo leva sulla piattaforma TED e sul supporto di Richard Branson, Jeff Skoll, Ray Dalio, Bill e Melinda Gates e altri, The Audacious Project è a due terzi dal suo obiettivo di raccolta di $634 milioni per sostenere sette idee rivoluzionarie. Last Mile Health e One Acre Fund hanno avuto un grande supporto finanziario e intellettuale da Mulago: l’Audacious Project potrebbe lanciare queste organizzazioni a un nuovo livello.
  • I Leap Ambassador Brad Phillips e Jordan E. Horowitz hanno pubblicato un prezioso nuovo libro per chiunque lavori a livello di community colleges. In “Creating a Data-Informed Culture in Community Colleges: A New Model for Educators” , Philipps e Horowitz attingono a psicologia, neuroscienza, ed economia comportamentale per dimostrare come gli amministratori possono adottare buone abitudini per basare il proprio lavoro sui dati – al fine di aiutare gli studenti a laurearsi nei giusti tempi. A nostro avviso queste tecniche sono applicabili allo stesso modo per le organizzazioni che erogano servizi direttamente. 

 

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