Philanthropy Day 2018: a Milano 200 esperti di filantropia a confronto

Philanthropy Day 2018: a Milano 200 esperti di filantropia a confronto

In Europa la filantropia per interventi di pubblica utilità muove complessivamente circa 60 miliardi di euro l’anno da oltre 140.000 tra donatori e fondazioni. In questo contesto l’Italia si colloca tra i Paesi più generosi: con 7,2 miliardi donati da individui è infatti al secondo posto in Europa (dopo UK, 16,4), mentre è in quinta posizione per le donazioni di imprese e fondazioni, pari a 1,9 miliardi (dopo Germania 17,2; UK 6; Francia 4,4 e Svizzera 2,2).

Duecento tra i protagonisti di questo panorama filantropico internazionale si sono riuniti a Milano, a Palazzo Clerici, in occasione del VI Philanthropy Day, organizzato da Fondazione Lang Italia, ente impegnato nella promozione di una filantropia consapevole e ad alto impatto attraverso attività di ricerca, formazione e consulenza.

“Un’attività non profit – ha dichiarato Tiziano Tazzi, Presidente di Fondazione Lang Italia – non va valutata solo per i suoi obiettivi ma anche per la capacità dell’organizzazione di raggiungerli e di replicarli in modo efficiente, vale a dire con un buon utilizzo delle risorse, ed efficace, centrando il risultato prefissato. Questo al fine di assicurare nelle iniziative sociali risultati solidi, misurabili e socialmente significativi. Questi principi, sui quali la nostra Fondazione si è sempre impegnata, anche attraverso il Centro Studi Lang, stanno diventando una guida per quei filantropi che seguono il cuore, utilizzando la testa”.

Questi temi introdotti dal Presidente di Fondazione Lang Italia sono stati analizzati in particolare nei keynote speech di Massimo Lapucci, Presidente dell’EFC e Segretario Generale della Fondazione CRT, e di Andrew Ratcliffe, CEO della britannica Impetus-PEF.

“Di fronte alla contrazione di risorse pubbliche su tematiche a forte impatto sociale, le Fondazioni possono giocare un ruolo cruciale nel panorama internazionale per lo sviluppo di un’economia sociale sostenibile – ha dichiarato Massimo Lapucci. Un ruolo fondamentale, da questo punto di vista, può essere giocato dalla Rivoluzione Impact, attraverso la messa in campo dei cosiddetti capitali pazienti che, ponendo maggior attenzione all’impatto degli investimenti e alla creazione di valore nel suo complesso, possono contribuire al riequilibrio delle diseguaglianze, al miglioramento del benessere della collettività e al superamento del tradizionale confine tra non profit e for profit, già peraltro evidente in varie practice internazionali”.

“Se vogliamo davvero aiutare le migliori organizzazioni ad avere successo – ha spiegato Andrew Ratcliffe -, dobbiamo diventare più abili e attivi per far sì che grandi risorse arrivino dove sono necessarie, per assicurarci che ‘fondi’ e ‘evidenza di impatto’ siano due fattori connessi. In particolare l’Agenda dei Social Impact Bond ha focalizzato l’attenzione anche sul valore aggiunto e sul cambiamento misurabile: il meccanismo finanziario in sostanza sta evidenziando l’importanza della metodologia di valutazione dell’impatto”.

L’Italia sta provando ad agganciarsi a questa evoluzione che unisce il mondo della finanza sociale a quello della misurazione dei risultati, come ha evidenziato Guido Cisternino, Responsabile Terzo Settore ed Economia Civile di UBI Banca. “Strumenti finanziari come i Social Bond e i Finanziamenti ad Impatto Sociale, introdotti da UBI Banca, pur nella loro diversità e modalità di attuazione, perseguono finalità comuni in termini di sostegno alla crescita di progetti sociali ad impatto, avendo la misurazione dell’impatto sociale come elemento qualificante che li accomuna, tramite il calcolo dello SROI (Social Return on Investment) che è integrato nel loro processo di strutturazione”.

Al centro della giornata i principali temi che stanno segnando lo sviluppo del settore: i nuovi strumenti di impact investing capaci di generare un impatto sociale misurabile e compatibile con un rendimento finanziario; la valutazione dell’impatto negli interventi umanitari e nei progetti di cooperazione; il processo di capacity building per potenziare le competenze del Terzo Settore a partire dalla struttura delle ONP; il ruolo strategico della corporate foundation, come generatore di sviluppo per le comunità; i Donor-Advised Funds (DAFs), nuovi veicoli filantropici in crescita; la Theory of Change (ToC), modello che permette alle organizzazioni di definire la propria strategia e valutarne l’efficacia.

Durante l’evento assegnati anche i primi Philanthropy Awards, premi dedicati alle organizzazioni che più si sono distinte a livello nazionale per visione strategica e capacità di impatto sociale a favore della comunità (approfondisci).

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