VII Philanthropy Day: un’anticipazione su alcuni contenuti dell’intervento di Guido Cisternino, Responsabile Terzo Settore ed Economia Civile di UBI Banca

L’APPUNTAMENTO PER I PROTAGONISTI DEL MONDO DELLA FILANTROPIA STRATEGICA

 

Guido Cisternino, responsabile Terzo Settore ed Economia Civile di UBI Banca, anticipa alcuni dei contenuti che tratterà durante la sessione plenaria “Strategie per una filantropia e finanza di impatto” del VII Philanthropy Day di Fondazione Lang Italia.

Guido Cisternino

UBI Banca, attraverso UBI Comunità, divisione rivolta al terzo settore e all’economia sociale, fin dal 2011 si pone l’obiettivo di accompagnare i diversi soggetti del terzo settore (quali fondazioni, associazioni e imprese sociali) nei loro processi di crescita sostenibile e di innovazione sociale e di sostenere progetti ed iniziative di elevata valenza sociale per i territori.

Con questo presupposto, il ruolo della banca – come intesa da UBI Comunità – è quello non tanto, o meglio non solo, di erogatore di servizi, ma di co-attore ovvero di player di un sistema più ampio che contribuisce a promuovere e costruire reti, supportare scelte/progetti di investimento, intermediare relazioni territoriali con soggetti profit/non profit e comunità, creare legami, aggregare energie e saperi.

Per far questo occorre che la banca abbia la capacità e la volontà di confrontarsi, di ascoltare, per cogliere e strutturare soluzioni che riconoscano e valorizzino l’impatto sociale. Se infatti la produzione di valore sociale può rappresentare per i soggetti del terzo settore una “misura” del loro agire, diventa allora sempre più importante, da una parte, che gli enti si pongano l’obiettivo della sua misurazione e, dall’altra, che le banche e gli altri soggetti dell’ecosistema finanziario siano appunto in grado di coglierlo e valorizzarlo. Ecco che allora la misurazione dell’impatto sociale può diventare per le banche stesse un elemento che riorienta, qualificandolo, l’agire stesso della banca.

Nel corso dell’intervento vedremo come, nell’ambito della strategia di sostegno ed accompagnamento del terzo settore, per UBI Banca l’impatto sociale può rappresentare non solo una proxy del valore generato ma anche un elemento di meritorietà e premiale.

Sostanzialmente in UBI Comunità l’impatto sociale viene utilizzato e valorizzato secondo due approcci differenti in funzione della finalità e della tipologia di interventi, nonché dello strumento utilizzato per il loro sostegno.

Il primo caso è quello della contribuzione della banca a progetti sociali promossi tipicamente da associazioni o fondazioni e collegati a strumenti come i Social Bond o gli Investimenti Socialmente Responsabili (SRI). In questo caso, lo strumento utilizzato dalla nostra banca, fin dal 2015, per misurare l’impatto sociale è lo SROI (Social Return on Investment), metodologia tra le più affermate a livello internazionale. Obiettivo dello SROI è quello di “tradurre” in forma monetaria il valore di una vasta gamma di risultati attesi o generati in termini trasformativi da una organizzazione attraverso le attività realizzate/servizi erogati o i progetti implementati a favore di diverse categorie di portatori di interesse (stakeholder), producendo evidenze quali-quantitative e il “racconto” di come viene creato valore.

In questa fattispecie, lo SROI viene dalla nostra Banca “interiorizzato” nel processo di strutturazione dei Social Bond o degli investimenti SRI quale strumento in grado di garantire un più efficace ed efficiente allocazione delle risorse a favore delle iniziative di carattere sociale che maggiormente sono in grado di incidere sul cambiamento e di “accountability” nei confronti della clientela sottoscrittrice (i risultati di una indagine di Customer Satisfaction da noi condotta sui sottoscrittori dei social Bond evidenziava che  oltre l’85% degli intervistati attribuiva importanza ad essere informati sull’uso delle risorse).  Il calcolo dello SROI sia ex ante che ex post consente di valutare l’efficacia e la conformità dei progetti in sede rispettivamente di loro selezione e rendicontazione.

Nel caso invece della valutazione del merito creditizio effettuata in occasione della concessione di finanziamenti a fronte di investimenti promossi tipicamente da cooperative e imprese sociali o da soggetti ibridi che perseguono intenzionalmente, al tempo stesso, finalità economiche e di impatto sociale, l’approccio seguito dalla nostra Banca è quello di utilizzare, ad integrazione dei tradizionali sistemi di rating e di valutazione creditizia, alcune metriche sviluppate internamente volte a valorizzare sia le specificità e gli elementi quali-quantitativi caratteristici, anche intangibili e valoriali, dei soggetti finanziati, sia le variabili economiche-patrimoniale e finanziarie tipiche per una valutazione più compiuta della sostenibilità economica dell’iniziativa finanziata. Tali metriche sono state recentemente integrate da una serie di indicatori relativi alle dimensioni di valore, in corso di sperimentazione, volti a calcolare il potenziale e l’intensità dell’impatto generato dall’organizzazione e dal progetto finanziato grazie all’intervento della Banca.
In questo caso l’impatto diventa un elemento che ridefinisce e qualifica la valutazione del merito creditizio effettuata dalla nostra Banca, allargando la valutazione anche a elementi e poste diverse da quelle tradizionali di bilancio. L’impatto sociale può diventare quindi un elemento di meritorietà e premialità ovvero di criterio utilizzato per definire il costo del finanziamento in funzione del raggiungimento di obiettivi sociali prestabiliti, come nel caso dei nostri finanziamenti ad impatto sociale in chiave pay for success.

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